cm. 21 x 12, pp. 96, brossura, in buone condizioni.
La macchina a vapore, descritta dal francese Forest de Belidor oltre due secoli fa, rappresentava una meraviglia tra tutte le macchine, caratterizzata da un meccanismo che si avvicinava molto a quello degli animali. Il suo funzionamento si basava sul calore, con una circolazione simile a quella del sangue nelle vene, gestita da valvole che si aprivano e si chiudevano al momento opportuno. Questa macchina si alimentava da sola e si svuotava in tempi regolari, ottenendo dal suo lavoro tutto ciò di cui aveva bisogno per continuare a operare.
Tuttavia, molti anni sono passati da allora, e l’avvento dei motori elettrici e dei motori a combustione interna ha superato di gran lunga la macchina a vapore, in particolare il suo classico tipo a moto alternativo. Questi nuovi motori hanno soppiantato la macchina a vapore in molti settori di utilizzo e anche nella trazione ferroviaria, minando la sua esistenza. Allo stesso tempo, nuovi mezzi si profilano all’orizzonte, in un periodo di fervente evoluzione.
Nonostante ciò, un fatto rimane inconfutabile: la macchina a vapore, specialmente la locomotiva, è veramente una delle macchine più vitali in termini umani. Sembra rispondere e reagire agli stimoli con gioia o fatica, quasi consapevole del suo compito. Ha dato il via alla motorizzazione industriale e dei trasporti, rappresentando una parte essenziale del progresso umano nel XX secolo. Le macchine di Fulton per la navigazione e di Stephenson per la trazione ferroviaria hanno effettivamente aperto una nuova era.