cm. 18 x 11, pp. 252, brossura, segni a matita e “orecchie”, in buone condizioni.
La notte del 26 maggio 1328, insieme a Michele da Cesena, ministro generale dei francescani, e ad alcuni confratelli, Guglielmo d’Ockham fugge da Avignone, ove si trovava, in stato di fermo, in attesa che il pontefice si pronunciasse in merito alle accuse di eresia contestategli. Ha così inizio una straordinaria avventura biografica e intellettuale, che conduce il frate inglese a conoscere l’autorità di papa Giovanni XXII e ad abbracciare la causa dell’imperatore Ludovico il Bavaro, divenendone uno dei principali collaboratori.
Di questa avventura, i due pamphlet contenuti nel presente volume – tradotti per la prima volta in versione integrale nella nostra lingua – offrono una preziosa testimonianza. L’Epistola ad Fratres Minores è una lettera aperta che Ockham invia ai confratelli radunati ad Assisi per il capitolo generale del 1334, al fine di illustrare i motivi che lo hanno indotto a ribellarsi apertamente al pontefice: nel constatare la posizione assunta da Giovanni in merito alla questione della povertà evangelica, egli difende con determinazione la scelta di rinuncia totale ai beni del mondo, elemento fondante dell’identità francescana.
Composto cinque anni più tardi, l’An Princeps contiene una serie di argomentazioni tese a dimostrare come i governanti temporali – nel caso specifico, Edoardo III, re d’Inghilterra – possano far ricorso ai beni ecclesiastici, attraverso un provvedimento di confisca o il prelievo fiscale, per fronteggiare un’eventuale situazione di emergenza, senza che sia necessaria alcuna autorizzazione preliminare da parte del pontefice. Le riflessioni di Ockham in relazione a questo tema, d’altra parte, si inseriscono nel contesto di una riconsiderazione globale del rapporto tra stato e chiesa che, muovendo da una critica serrata della presunta pienezza di potere papale, giunge a riconoscere al principe una sovranità territoriale assoluta.