cm. 19,5 x 11,5, pp. 246, brossura, gore al dorso, in buone condizioni complessive.
È giusto ammazzare o non è giusto? Che qualità deve avere un uomo per essere vero uomo? Cosa è vivere? Cosa è morire? In un locale di Spine Sante di Partinico, la sera dopo il lavoro dei campi braccianti, «industriali», vaccari e piccoli proprietari parlano e s’interrogano, cercando di scoprire insieme come meglio possano e debbano vivere la propria vita nella vita degli altri.
Danilo Dolci, che per anni ha organizzato e coordinato questo tipo di riunioni, ha raccolto alcune conversazioni, trascrivendole così come si sono sviluppate, nel loro testo grezzo e integrale.
Alle prime riunioni, che risalgono al 1961-62, questo volume affianca il resoconto di altre esperienze, di altri dibattiti. Nella seconda sezione a parlare è un gruppo di venti ragazzi fra i 9 e i 14 anni. Anch’essi si pongono le stesse cruciali domande dei loro padri, si interrogano su cosa è il destino, la speranza, su fino a che punto il progresso è veramente progresso. Questo coro di voci, ricco di una sua dolente eppure umanissima verità, costituisce un contributo di prim’ordine alla conoscenza del pensiero, delle attitudini, delle convinzioni della gente di Sicilia e della sua presa di coscienza. Gli «attori» del teatrino della verità che Dolci dirige discretamente sono anche i pionieri di un nuovo modo di concepire la convivenza civile.