cm. 21 x 15, pp. 62, brossura, in ottime condizioni.
I devastanti bombardamenti subiti nel 1943 da parte delle forze aeree alleate distrussero il settanta per cento della città di Cagliari, provocando la morte di oltre duemila civili. Nel momento più drammatico della sua storia, quando ancora si tentava di fare una stima dei danni subiti e si contavano i morti, un gruppo di cittadini tenaci e coraggiosi presero in mano le redini della città avviando quella ricostruzione che pareva impossibile. Fra questi, in particolare, Cesare Pintus, seguace del Mazzini e amico e compagno di fede politica di Emilio Lussu, che, dopo esser stato perseguitato dal fascismo e dopo aver guidato, al termine della guerra, la concentrazione antifascista della provincia di Cagliari, il 9 ottobre del 1944 venne nominato sindaco. Pintus si pose immediatamente all’opera con grande determinazione e generosità, coadiuvato da una giunta che comprendeva esponenti di tutti i partiti antifascisti ma, soprattutto, persone dotate di specifiche competenze nei vari settori in cui si articolava il Comune e determinate nel perseguire il fine di far rivivere la città.