cm. 24,5 x 18, pp. 314, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
«Cattivo gusto» è una traduzione approssimativa e incompleta del termine tedesco Kitsch ormai entrato nell’uso anche di altre lingue. Che cosa è il Kitsch? L’enciclopedia tedesca di Knaur lo definisce come «Operazione apparentemente artistica che surroga una mancante forza creativa attraverso sollecitazioni della fantasia per particolari contenuti (erotici, politici, religiosi, sentimentali).Il Kitsch, tuttavia, scriveva Hermann Broch, “non è affatto arte deteriore”; esso forma un proprio sistema conchiuso in se stesso che si inserisce come un corpo estraneo nel sistema globale dell’arte, oppure, se preferite, che si colloca accanto ad esso». Inoltre «il Kitsch è menzogna che ricade sull’uomo che ne ha bisogno».Da una parte quindi un particolare prodotto, in genere falso e sdolcinato (appunto di cattivo gusto), che assume forme «stilistiche» ben riconoscibili; dall’altra l’uomo-Kitsch, creatore e fruitore di questo prodotto in un contesto in cui «artisticità» e mito della bellezza si uniscono alle aspirazioni etiche della mentalità borghese più retriva.