cm. 18 x 11, pp. 326, brossura, in ottime condizioni.
Quale sia il significato storico della nascita delle forze dell’ordine; quale consistenza e organizzazione abbiano i molti e diversi corpi armati dello stato; quall rapporti intercorrano tra polizia e magistratura; quali risultino essere, dall’esame di fatti ed episodi, le capa cità operative e i metodi investigativi della pubblica sicurezza e del carabinieri nella lotta alla “delinquenza” e alla “sovversione,” cosí come nel “servizio” reso diuturnamente al cittadino; quali infine le condizioni di vita e di lavoro, i sistemi di reclutamento e di adde stramento dei poliziotti. A tutti questi nodi l’autore. cerca di dare una risposta, nell’intento di illuminare il più chiaramente possibile quella che appare essere la funzione delle forze di polizia nel nostro paese: la difesa attiva dell’ordine costituito, mistificata come pre servazione della pubblica tranquillità. Da Crispi a Mussolini, da Scelba a Restivo, l’ordine pubblico è stato nella sostanziale identità delle scelte dei rappresentanti di quello che è certamente rimasto, nel suo secolo di storia, uno stato di polizia ora uno slogan meramente difensivo delle classi do minanti, ora una parola d’ordine di attacco antipo polare, che ha trovato le sue fasi salienti in momenti quali l’immediato dopoguerra, il luglio ’60, e il periodo che parte dal ’68 per giungere fino ai nostri giorni. Il panorama che il libro traccia sull’attività delle forze poste a difesa della “società” e collocate “al di sopra delle parti,” benché sommario e parziale a causa della quasi inesistenza di studi sull’argomento e della difficoltà delle informazioni, apre uno squarcio su un’istituzione, la cui opera è intessuta di connivenze col fascismo, di complicità con gli organi del potere, di sopraffazione delle libertà teoricamente concesse dalla carta costituzionale, di violenza ne confronti del movimento operaio, contadino e studentesco. Di qui la critica dell’autore tanto alle posizioni sostenute dai partiti riformisti che vedono nell creazione del sindacato di categoria e nel disarmo durante i servizi di OP la soluzione del problema della “riforma della polizia”; quanto al disinteresse semplicistico delle forze rivoluzionarie che si limitano individuare nel poliziotto il “nemico” da abbattere, trascurando ogni possibilità di analisi e di intervento su que sto terreno, che non è certo di secondaria importanza.