cm. 22 x 14, pp. 454, brossura, in ottime condizioni.
Questo volume presenta per la prima volta una visione complessiva dell’opera degli Alleati in Italia dallo sbarco in Sicilia alla fine del 1945. Esso affronta due temi fondamentali: il problema dell’Italia emergente nel quadro dei rapporti internazionali all’ini zio del 1943, e la politica degli Alleati come liberatori e occupanti del paese.
Dietro l’etichetta delle “Nazioni Unite” ognuno dei Tre grandi cercava di affermare una propria politica unilaterale in Italia. Prima gli inglesi e gli americani riuscirono ad escludere la presenza sovietica protestando la natura puramente militare dell’occupazione; simultaneamente gli inglesi elaborarono una politica di egemonia, con lo scopo di punire l’Italia per l’aggressione fascista all’impero britannico e di incorporarla in un nuovo blocco europeo sotto il proprio dominio. Alla fine dopo l’autunno del 1944 gli americani cominciarono a colmare la distanza fra il loro impegno mate riale e la loro influenza politica, con piani di ricostruzione e di modernizzazione.
La stabilità emerge come la priorità centrale della politica di occupazione, un concetto che comprendeva tutti fondamentali problemi sociali, economici e politici del paese devastato. Gli Alleati non erano certo venuti in Italia per promuovere una rivoluzione, e la soluzione di questi problemi – da parte di un apparato di governo militare repressivo, confuso ma onnipotente implicava un sostegno determinante allo Stato tradizionale. La vita politica ed eco nomica veniva canalizzata entro i limiti compatibili con gli interessi delle democrazie occidentali. In questo senso il caso italiano rap presentò una prova autentica della “capacità degli Alleati di riorganizzare il continente.” Il testo è basato su una ricca documentazione, in gran parte inedita, proveniente da nuove fonti ufficiali inglesi e americane, compreso per la prima volta l’archivio della Commissione alleata di con trollo per l’Italia.