Caratteristiche e condizioni:
cm. 23 x 16,5, pp. 226, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Il Sestan racconta di essere stato incaricato, nella seconda metà del 1944, di stendere un memoriale per il ministro degli Esteri De Gasperi. Nel documento si esponevano le ragioni etniche, storiche e culturali che sostenevano la conservazione di parte del Goriziano, di Trieste e di parte dell’Istria all’Italia, secondo la cosiddetta linea Wilson. Questa linea, proposta senza successo dal presidente degli Stati Uniti nel 1919, prevedeva l’annessione all’Italia dell’Istria occidentale, inclusi Albona e Fianona, luoghi a cui Sestan era particolarmente affezionato.
Un’annotazione interessante nelle sue «Memorie di un uomo senza qualità» riporta che Sestan aveva avuto contatti con un giovane diplomatico, certo Casardi fiorentino. Non si trovò traccia del testo di questo progetto Wilson nell’archivio del ministero degli Esteri, poiché sembra che il presidente Orlando lo avesse conservato tra le sue carte private. Il memoriale, anonimo, fu presentato a De Gasperi e discusso durante un incontro al Viminale con il comitato giuliano e il presidente del Consiglio Bonomi. Erano presenti anche i ministri comunisti Togliatti e Scoccimarro. Nonostante le buone parole e i propositi, non ci fu seguito pratico. La posizione del governo italiano, erede delle malefatte della politica fascista e con la guerra non ancora conclusa nell’Italia settentrionale, era difficilissima. Sestan aggiunge che quel promemoria fu il nucleo del libretto pubblicato nel 1947 sulla storia etnico-culturale della Venezia Giulia.
È necessario ricordare che il memoriale di Sestan per De Gasperi non fu l’unico; altri membri del comitato inviarono osservazioni alla presidenza del Consiglio, come Diego De Castro. Da parte inglese, Churchill aveva ventilato l’idea di uno sbarco in Istria, poi non avvenuto, un argomento che De Castro ha trattato successivamente in “La questione di Trieste” (Trieste, 1981) e in un articolo recente, “Lo sbarco in Istria. Io c’ero manco infine l’avventura.”