cm. 22,5 x 14, pp. 196, brossura, in ottime condizioni.
Da Giorgio Amendola a Gaetano Arfè, da Lelio Basso a Leo Valiani, storici e uomini politici intervenuti nell’animato dibattito sulla storiografia del fascismo e dell’antifascismo recentemente sviluppatosi su parecchi quotidiani e settimanali si sono trovati unanimi nel lamentare l’assenza di studi approfonditi sulla storia delle forze politiche antifasciste che operarono nell’esilio e nella clandestinità anteriormente alla caduta del regime e all’inizio della Resistenza armata. Ciò vale soprattutto per quelle formazioni politiche come il PSI, il PRI e il movimento “Giustizia e Libertà,” sulle quali, a differenza che sul PCI, non vi sono ancora lavori storici complessivi. Il volume si propone di colmare, almeno in parte, questa lacuna, ricostruendo criticamente la storia di quell’alleanza tra partiti, movimenti e organizzazioni sindacali antifascisti che per più di sette anni rappresentò un qualificato punto di riferimento per tutto l’antifascismo socialista, repubblicano e democratico-radicale. Alla Concentrazione antifascista, fondata a Parigi nel 1927, aderirono infatti il Partito socialista massimalista, il Partito socialista unitario, il Partito repubblicano, la Confederazione generale del lavoro, la Lega italiana dei diritti dell’uomo e, a partire dal 1931, anche il nuovo movimento “Giustizia e Libertà.” Dopo aver analizzato il difficile processo di ricostituzione in esilio dei partiti politici messi fuori legge in Italia dalla dittatura, vengono presi in esame i rapporti della Concentrazione antifascista con i partiti di sinistra francesi, l’azione di propaganda e di sensibilizzazione antifascista svolta tra l’opinione pubblica europea e i ripetuti tentativi di collegarsi con i nuclei di opposizione clandestina esistenti in Italia. L’unificazione socialista del 1930 tra massimalisti e riformisti, la fondazione e gli sviluppi successivi di “Giustizia e Libertà,” la lotta politica interna al PRI sono oggetto dei capitoli centrali del volume, mentre nell’ultima parte il quadro si allarga al mutato panorama politico internazionale (ascesa del nazismo al potere, inizio della politica dei fronti popolari) nel quale vanno rapidamente maturando nuovi orientamenti politici e nuove alleanze tra le forze antifasciste italiane e quindi anche lo scioglimento, avvenuto nel maggio del 1934, della Concentrazione antifascista che ha ormai esaurito la sua funzione.