cm. 22 x 14, pp. 194, brossura, in condizioni molto buone.
La città come realtà dialettica, contraddittoria, in movimento. Contro ogni interpretazione del fenomeno urbano come generica espressione della comunità umana, contro la diluizione e lo smussamento degli interessi contrastanti nella visione d’un neo-pluralismo di maniera, questo libro, mentre vede nella città un ideale laboratorio sociale, allinea i materiali empirici per la specificazione del nesso dialettico che lega struttura e sovrastruttura, fondamento economico e organismi della rappresentanza politica, rapporti di produzione, consumo collettivo e strumenti per la riproduzione e l’organizzazione del consenso.
La ricerca empirica contenuta in questo volume riguarda Roma: Roma come città monumentale e nello stesso tempo capitale delle baracche, come capitale industriale mancata e come capitale burocratica, centro di una burocrazia pubblica letargica ma anche di burocrazie private efficienti, dinamiche e flessibili, pronte a privatizzare il pubblico e a surrogare le funzioni statali in nome d’una razionalità tecnico-formale per definizione indifferente rispetto ai fini. La città dunque come sede e capitale del capitale: fino a quando? e con quali effetti? Per quali vie sarà possibile riemergere dal caos determinato dagli interessi settoriali aiutati da un potere politico troppo compiacente, se non complice?