cm. 28 x 21, pp. 242, copertina rigida con sovraccoperta, con dedica autografa dell’autore, in ottime condizioni.
Premessa
Arte neoclassica a Trieste: questo il titolo, in fondo il più conveniente, scelto anche per la sua brevità e chiarezza. Una scelta che va comunque motivata, poi che qui non si tratta di tutto il neoclassico triestino e nemmeno soltanto di opere con quell’indirizzo pienamente compatibili. La materia raccolta e studiata rientra, all’incirca, nel periodo 1780-1840.
Volgersi alla Trieste neoclassica, limitandosi all’insieme di case, ville, chiese, palazzi, che ne stabiliscono l’unitarietà stilistica, e senza prefiggersi termini cronologici, poteva consentire di cogliere con vaga approssimazione il predominante carattere in formatore della città ottocentesca. La nostra indagine, viceversa, si è arrestata entro la prima metà dell’Ottocento, più precisamente al punto in cui si è potuto riconosce re l’epilogo di un’evoluzione in atto da alcuni decenni. In tale ricognizione, d’altronde, si son volute coinvolgere pure le parti interne (benché, talvolta, eterogenee) dei monumenti più ricchi dal punto di vista artistico, ai quali si sono poi affiancati alcuni rappresentativi solo in quanto capisaldi dell’architettura locale.
Si è giunti in tal modo a presentare in successione una serie di monografie che considerano indipendentemente (ma non slegati sul filo della continuità storica) sin goli edifici messi in rilievo nella loro globalità monumentale; sicché, accanto ai pregi architettonici, sono qui illustrate distinte manifestazioni d’altro genere, come sculture e decorazioni pittoriche.
In appendice sono poi raggruppati architetti, scultori (uno solo, per la verità), pittori – quelli i cui nomi emergono dai testi sulle opere con il proposito di tracciarne un profilo critico-biografico, atto a fare intendere la rilevanza individuale, non sempre determinabile solo in base all’attività per Trieste. Nell’esposizione si è cercato di adoperare con moderazione espressioni usuali in ambito specialistico. Non si è però rinunciato a dissimulare, dietro l’enunciata pro posta di soluzione, la problematicità di talune attribuzioni: non fosse altro che per ribadire l’impegno gravoso dello storico dell’arte, ad ogni momento impacciato sul per corso della mai pacifica identificazione di un autore o di un’opera adespota. Il letto re è dunque invitato all’indulgenza davanti a questioni tirate per le lunghe, a prese di posizione incerte, a disamine non sempre superate nella conclusione risolutiva.
Resta il risultato (ordinato al meglio) di un ampio e attento lavoro, durante il quale è stata ripassata (criticamente) la letteratura relativa alle manifestazioni artisti che qui analizzate (ma per non poche di esse si son trovati appena scarni accenni). Si è inoltre posta particolare cura nel citare contestualmente, di volta in volta, quanti hanno contribuito nel tempo ad accertare un fatto o un altro: fossero essi critici eminenti o studiosi alla prima prova, come, spesso, si presentano i migliori laureati in storia dell’arte nelle loro tesi di laurea proponibili per la pubblicazione. Analogamente allo spoglio bibliografico, la ricerca d’archivio è stata perseguita senza risparmio: non di rado con esiti soddisfacenti.
Il merito – se mai di un giudizio positivo non peregrino sarà confortato il presente volume – è in ogni modo da dividere tra numerosi collaboratori, che – fatto il debito conto dell’encomiabilissimo editore Bruno Fachin – si ricordano e si ringraziano specificatamente nel colophon o altrove in apposite note (ma qualcuno, fatalmente, ci sarà sfuggito). Non si tratta di ringraziamenti formali: Trieste tutta ha risposto benevolmente alle nostre richieste. Fuori Trieste, qualche incidente di percorso – diciamo così ci ha messo momentaneamente in imbarazzo: ma il cammino l’abbiamo ugualmente potuto proseguire, presto rinfrancati da nuove acquisizioni insperate, con le quali è stato possibile riequilibrare l’involontaria omissione di alcune verifiche. Tra le mancanze di cui è nostra la responsabilità, quella piuttosto che maggior mente ci preoccupa riguarda l’elenco bibliografico in fondo al libro. Infatti non si sono li riportate tutte le passate pubblicazioni che fanno riferimento a Trieste in genera le, bensì quasi solo quelle direttamente riconducibili agli argomenti di nostra pertinenza. Del resto, nel far ciò, non ci si è discostati dalle attuali consuetudini.
Franco Firmiani