cm. 18 x 12, pp. 222, brossura, in condizioni molto buone.
Il sottotenente di complemento Lattes Franco, classe 1917, aveva avuto molte buone ragioni per fuggire in Svizzera, vent’anni fa, quando il suo battaglione si era dissolto dopo l’armistizio. Ma meno di un anno dopo si rese conto di averne di migliori per tornare. Col nome di Franco Fortini, passò in Valdossola per partecipare agli ultimi eventi di quella memorabile repubblica partigiana. Di quei giorni raccontò nel 1946 in uno scritto che molti non hanno dimenticato. Stampandolo per la prima volta in volume, egli non mira ad altro – dichiara nella prefazione – che a testimoniare ancora una volta di una verità decisiva, quale soprattutto apparve allora: che gli uomini possono uscire dal sempre-uguale, essere insieme ed essere diversi. La tumultuosa vita di Domodossola, gli allarmi e le fughe, i profili di personaggi noti e sconosciuti nella pioggia di quell’ottobre; tutto è qui come veduto dall’ultimo giorno, dagli ultimi dispersi nella neve della frontiera. La seconda parte del libro, dal titolo La guerra a Milano», è il diario dei quarantacinque giorni, un diario scarno e privato, scritto fra l’ottobre e il novembre 1943 in un campo di internati presso Zurigo. Pagine, inalterate nella scrittura e nei giudizi, che restituiscono intatto il suono di allora e acquistano senso di illuminante documento per intendere chi fosse, che cosa pensasse, ignorasse e sperasse un italiano della «generazione degli anni difficili», nel momento in cui più che la salvezza contò «tentare un inizio di verità».