Caratteristiche e condizioni:
cm. 21 x 14, pp. 300, brossura, in ottime condizioni.
Contenuto:
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Stalin plasmò i regimi comunisti dell’Europa orientale sul modello sovietico. In Romania, dal 1956, il segretario generale Gheorghe Gheorghiu-Dej trasformò il sistema politico in un regime guidato dai romeni, mantenendo la struttura stalinista. Questa strategia includeva il recupero degli intellettuali e delle élite nazionali precedentemente emarginate e l’uso del nazionalismo per creare consenso interno, anche in funzione anti-sovietica.
Nicolae Ceaușescu, succeduto a Gheorghiu-Dej nel 1965, portò questa politica all’estremo, ampliando la propaganda che permeava ogni aspetto della vita quotidiana. La storia nazionale venne falsificata e strumentalizzata a fini politici, influenzando testi accademici, letteratura e arti. Francesco Zavatti esplora come la cultura romena fu asservita al regime comunista per oltre quarant’anni e analizza le conseguenze di questa manipolazione ideologica dopo la caduta del Muro di Berlino.