Caratteristiche e condizioni:
cm. 28,5 x 22,5, pp. 280, copertina rigida con sovraccoperta, lievi tracce d’uso, in buone condizioni.
Contenuto:
Rivedute storiografia e fonti, il Colombo ricostruisce minuziosamente le pagine, spesso complesse e oscure, della storia medievale del piccolo centro, liberando i fatti reali da inesattezze, fantasie e falsi e dalle incrostazioni di una tradizione storiografica spesso approssimativa e quasi sempre priva di riferimenti puntuali e di note critiche di sostegno. Ed in primo luogo scinde le vicende della storia muggesana da quelle della storia di Trieste, quasi a liberare il campo dall’ipoteca della vecchia storiografia erudita triestina fattasi sentire pesantemente ed a lungo. Sotto questi riguardi l’autore dimostra il nessun fondamento della tesi (pacifica da Ireneo della Croce a Kandler, e pacifica anche per il Benussi) per la quale si voleva che il vescovo di Trieste fosse stato titolare di diritti non solo ecclesiastici ma anche temporali sul Castrum Muglae (cioè su Muggia Vecchia). Sulla scorta dei documenti il Colombo dimostra che tale signoria venne esercitata sul Castrum dal patriarca di Aquileia fin dall’anno 931.
Ugualmente infondata e semplicistica egli dimostra la tesi della storiografia muggesana tradizionale che tende a schematizzare nell’interpretazione critica una contrapposizione tra Muggia Vecchia, vista come rocca del partito patriarchino (i “conservatori”) ed il borgo del Lauro visto come la sede del “partito autonomista e progressista” e favorevole “naturalmente a Venezia”.