cm. 19 x 13, pp. 258, brossura, in buone condizioni.
Scopo di questo libro è di tracciare il quadro generale dello sviluppo della nostra nazione durante i suoi anni formativi dal 1789 al 1824. In questi anni la nostra nazione riuscì a salvare il suo carattere democratico tanto contro i nemici interni quanto contro quelli esterni. Queste pagine non hanno affatto la pretesa di offrire fatti nuovi, che non si possano trovare in altre opere storiche. Il passato della nostra nazione fu tale che ogni storia dell’America senza eccezione ha dovuto presentare almeno certe maggiori parti della storia della battaglia per la democrazia americana. Questo volume si studia di interpretare i fatti ben noti dell’ascesa nazionale americana dal 1789 al 1824 alla luce delle teorie marxiste. E mia speranza che questo libro possa essere di qualche utilità nel condurre a un maggior apprezzamento di quell’eredità nazionale che stiamo ora difendendo.
Al mio stato nativo, la Virginia, debbo il mio primo amore per Thomas Jefferson, che è il vero protagonista di questo libro. Questo amore è stato rafforzato dai miei anni di studi alla «Mr. Jefferson University», come l’Università della Virginia è spesso chiamata da professori e studenti. Tuttavia sono stati i miei studi degli scritti di Marx e di Engels che per primi mi hanno aperto gli occhi dinanzi alla grandezza di Jefferson come figura mondiale. Per la prima volta ho cominciato a vedere la grande parte che il nostro paese ha rappresentato nella storia del mondo durante i suoi anni formativi. Nel cercare di approfondire la mia comprensione della storia americana sono stato costantemente sti molato e guidato dagli scritti di Earl Browder, che ha gettato una luce cosi vivida sulle grandi pagine del passato del nostro paese.
Desidero esprimere la mia gratitudine a J. Mindel, a cui son debitore più che a qualsiasi altra persona, per essermi stato guida nella preparazione di questo libro. Vadano anche le mie più vive grazie a Miss Elizabeth Lawson, mia collega nella sezione Storia della Scuola Operaia, e a tutti gli altri cui lo spazio non mi permette di esprimere la dovuta riconoscenza.