cm. 21 x 11,5, pp. 226, brossura, in ottime condizioni. Dedica autografa dell’autore.
Costretta da una disastrosa alluvione a lasciare la propria terra, una piccola comunità di Trentini della Valsugana parte nel 1882, le poche masserizie su carri da pionieri del West, verso l’ignoto. Attratta da ingannevoli promesse, si trova a raggiungere una Bosnia ancora dominata e devastata dai Turchi. Non c’è niente per loro, solo una sorgente e una boscaglia. Si dissoda il terreno, si gettano i pochi semi portati dalla terra natia, si muore di stenti e di nostalgia, ma si costruiscono le prime capanne: sono il seme di Stivor, un villaggio di gente tenace che ancor oggi parla il dialetto trentino e conserva gli antichi costumi, di gente che ha saputo però lottare e inserirsi con coraggio e dignità nella terra che è ormai la «sua terra».