cm. 22 x 14, pp. 316, brossura, in ottime condizioni.
La metafisica, tracciata da Platone, ha dato vita a un pensiero dominante: il pensiero calcolante, considerato da Martin Heidegger come l’apice di espressione raggiunto attraverso l’economia e la tecnica. Secondo Heidegger, tutto funziona in modo inquietante. La tecnica, di fatto, realizza l’intenzione segreta della metafisica, rendendo possibile non solo la disponibilità ma anche la riproducibilità di ogni cosa.
Tuttavia, la razionalità impostata dalla tecnica, che mira a raggiungere risultati massimi con il minimo sforzo, rischia di emarginare la condizione umana. L’uomo non è solo razionalità ma anche irrazionalità: fantasia, immaginazione, ideazione, desiderio e sogno. Se questi aspetti vengono limitati o eliminati, cosa resta dell’umanità?
Umberto Galimberti ci guida alla riscoperta del pensiero di Heidegger, facendo un passo fondamentale avanti. Nell’era di Heidegger, la tecnica poteva essere considerata uno strumento nelle mani dell’uomo, ma oggi è diventata il nostro ambiente di vita, trasformando l’uomo stesso in un funzionario della tecnica.
Questo libro di Galimberti è una preziosa guida alla comprensione di Heidegger, che conduce dalla sua “prima inizio” a un “altro inizio”, come lo definisce Heidegger. Per raggiungere questo traguardo, bisogna attraversare l’intero pensiero occidentale, dominato dalla metafisica inaugurata da Platone.