cm. 21 x 14, pp. 142, brossura, in condizioni molto buone.
Alla fine del 1959, nelle sue conferenze alla Scuola Superiore di Guerra, Michel Garder, parlando dell’avvenire del regime sovietico, concludeva dicendo che questo avrebbe inevitabilmente conosciuto una grave crisi nel 1962 circa.
Quella che egli allora chiamava la svolta del 1962 doveva, secondo lui, scatena re delle reazioni a catena, mettendo in pericolo non solo il regno di Nikita Khrouchtchev ma addirittura, a scadenza più o meno lontana, lo stesso regime. Fi no ad ora, i fatti hanno dato ragione al l’Autore.
È proprio nel novembre del 1962 (ripercussioni dell’affare di Cuba, riforma del le strutture amministrative dell’U.R.S.S. aggravarsi del contrasto cino-russo) che si può collocare il punto di partenza della crisi che doveva sbocciare nella caduta di Khrouchtchev.
Per il Garder, questo ultimo evento segno l’inizio «dell’agonia del regime comunista in Russia». La diagnosi è forma le: il male è incurabile… la fine non po trà tardare!
Se sono stati necessari undici anni agli eredi di Stalin per demolire per sempre lo straordinario edificio della «teocrazia lenin-marxista », i successori di Khrouchtchev sono votati a perfezionare l’opera «di autodistruzione » in tempo molto minore.
È pressappoco intorno al 1970 che il Garder crede di poter collocare «l’inevitabile rivoluzione» da cui sortirà la Russia di domani,