2 voll., cm. 18 x 11, pp. 636, brossura, in ottime condizioni.
Le pagine che seguono non intendono in alcun modo presentarsi come una storia della filosofia italiana della prima metà del ‘900. Di molte figure che sogliono esser considerate di primo piano, non si fa menzione, o quasi; non si seguono né si discutono nelle loro linee i sistemi; non si ha la pretesa di disegnare con compiutezza gerarchie di idee e genealogie di dottrine. Si parla invece con una certa larghezza anche di scrittori considerati comunemente al margine della filosofia in senso tecnico; ci si indugia spesso a fissare il carattere del costume di uomini e di gruppi, nel ricordo di come vennero legandosi alle vicende del paese. Per questo, più che alle opere conchiuse nella loro definitiva compostezza, si è guardato alle riviste e ai giornali, in cui le dottrine si affacciarono dapprima, o in cui discesero poi a combattere in una polemica o a volgarizzarsi in una propaganda. Ché molto diverso è il sapore di una pagina letta in un volume messo insieme con sapienti correzioni a distanza d’anni, e quello dell’articolo ritrovato in un fascicolo di rivista, e ricollocato in un’occasione precisa. In altri termini, uomini e dottrine sono qui considerati come espressioni di un tempo e, insieme, come forze che in un tempo agirono: non spiriti disincarnati, ma persone reali, che presero posizione in terra anche quando dichiararono l’inconcludenza sublime e l’oltremondanità del pensiero.