cm. 30 x 21,5, pp. 264, copertina rigida, in ottime condizioni.
Trieste, per lungo tempo ai margini della storia adriatica e sotto l’ombra di potenze come Venezia e l’Arciducato d’Austria, trovò il suo momento di protagonismo dopo la meteora napoleonica. Essa si posizionò come un fulcro essenziale per l’attività marittima e cantieristica grazie alla sua posizione strategica tra l’Europa industriale e le terre del Levante, Africa e Oriente. Nonostante la dominazione veneziana del mare Adriatico, Trieste dimostrò la sua importanza marittima, evidenziata dalla Confraternita di San Nicolò dei Marinai e dalle navi costruite per il contrabbando.
Con il declino di Venezia nel 1700 e l’ascesa dell’Austria, Trieste guadagnò maggiore importanza. L’imperatore Carlo VI stabilì porti franchi a Trieste, che divenne un punto cruciale per i territori danubiani e l’Europa centro-orientale. Questa evoluzione portò allo sviluppo industriale e navale, con la Compagnia Privilegiata Orientale che aprì un cantiere e costruì la nave “Primogenito”.