cm. 21,5 x 14, pp. 544, brossura, in ottime condizioni.
ร il marzo del 1838 e la Ibis, una magnifica goletta a due alberi che, con la vela di maestra e le vele di prora ben tese, sembra un uccello dalle grandi ali bianche, รจ appena arrivata al largo dellโisola di Ganga-Sagar dove il Gange sfocia nel Golfo del Bengala. Dalla nave si scorgono soltanto le sponde fangose dellโisola e i boschi di mangrovie, ma allโinterno entrambe le rive del sacro fiume sono giร coperte, per chilometri e chilometri, da folte distese di petali rossi, campi sterminati di papaveri. Per quei petali la Ibis รจ lรฌ, alla foce del Gange, destinata dalla ยซBenjamin Brightwell Burnhamยป, la compagnia inglese proprietaria, a uno dei traffici piรน lucrosi dellโImpero britannico: il commercio di ยซdelinquenti e stupefacentiยป o, secondo una piรน elegante espressione, di ยซoppio e coolieยป. Il momento, infatti, รจ eccellente per partecipare alle aste di oppio della Compagnia delle Indie orientali e al trasporto di predoni, briganti, criminali, ribelli, cacciatori di teste e teppisti dโogni razza e genere sulle varie isole-prigione dellโImpero sparse nellโOceano Indiano. A bordo della Ibis vi รจ la ciurma piรน incredibile che si possa incontrare in tutte le acque del Pacifico: un gruppo di lascari, i leggendari marinai cinesi e africani, arabi e malesi, bengalesi e tamil, insomma appartenenti a tutte le razze possibili e immaginabili, che parlano una lingua tutta loro, non hanno altro abito che una striscia di cambrรฌ da avvolgere intorno ai fianchi e vanno in giro scalzi da quando sono nati. A guidarli รจ un personaggio dall’aspetto formidabile, con una faccia che susciterebbe lโinvidia di Gengis Khan: magra, lunga e sottile, con occhi irrequieti e un paio di baffi piumati che gli scendono fino al mento. Nel suo avventuroso viaggio, la Ibis reca a bordo unโumanitร davvero straordinaria: il figlio di una schiava liberata del Maryland dalla carnagione color avorio antico; un raja in rovina, il cui viso lungo, scarno e triste esprime esemplarmente il tramonto della vecchia India; una vedova dagli occhi privi di colore che non esita a infrangere i sacri riti della tradizione hindu; un uomo che vuole erigere un tempio alla donna che ha amato e che rivive ora in lui… Mano a mano che i legami con le origini si affievoliscono e i contorni delle vite precedenti sbiadiscono, tutti, sulla Ibis, equipaggio e passeggeri, cominciano a sentirsi ยซfratelli di navigazioneยป, uniti da una comunanza che oltrepassa continenti, razze e generazioni. Primo libro di una trilogia dedicata alla nascita dellโIndia moderna, il paese sorto, appunto, da una delle piรน straordinarie mescolanze di etnie e culture, Mare di papaveri si annuncia come il primo tassello dellโopera della vita di Amitav Ghosh, unโopera che, per forza e ambizione, puรฒ rappresentare per lโIndia moderna quello che libri come Moby Dick hanno rappresentato per l’America: la simbolica narrazione dellโorigine di una civiltร nuova sorta dallโincontro-scontro di mondi opposti.