cm. 19 x 12,5, pp. 338, brossura, in ottime condizioni.
Gli studiosi di Nietzsche commettono troppo spesso due peccati mortali: la strumentalizzazione e l’inerzia. Da un lato sfornano a getto continuo interpretazioni attualizzanti, che nascondono l’autentica fisionomia storica dell’autore di Così parlò Zarathustra: dall’altro rilanciano acriticamente il nichilismo nell’attuale spirito di catastrofe dei valori: ma in questo modo relegano in secondo piano la visione dionisiaca con cui Nietzsche stesso si oppone ai suoi effetti distruttivi, facendo dell’amore per la vita una missione eroica e tragica. «Reculer pour mieux sauter», diceva Leibniz. E ciò che bisogna fare con Nietzsche per ripristinarne l’immagine veritiera e assegnargli il posto che gli spetta nella storia dello spirito e della cultura europei. A questo scopo è necessario risalire al moralista e al poeta formatosi alla grande scuola della cultura classica e romantica. e ritrovare il filosofo che, innamorato della virtù e assetato di verità, indaga il fondamento della morale e della conoscenza, giungendo alla negazione di entrambe, ma pronunciando le parole più belle ed esaltate che un uomo abbia mai dedicato loro. La via maestra per arrivare a tale immagine è Così parlò Zarathustra, l’opera in cui Nietzsche raggiunge le sue piene dimensioni, che consentono di chiarire enigmi e contraddizioni finora insoluti. Sossio Giametta, in quello che Claudio Magris definisce un «discorso incalzante e insieme agile ed elegante, ancorato puntigliosamente al testo e aperto alle sue dilatazioni filosofiche, sostenute da tesi personati ma sempre intrecciato alla discussione con le tesi altrui e alla verifica dei dato», ci guida alla scoperta di un testo così ricco e complesso: per recuperare, finalmente depurato dalle scorie che vi sono incrostate, il vibrante messaggio di umanità e di grandezza di Nietzsche.