cm. 21 x 14,5, pp. 248, copertina rigida con sovraccoperta, in condizioni molto buone.
Gide nello scrivere obbedisce a un impulso così forte di dire il vero da non lasciarci oscuro alcun punto del suo essere. Nei Nutrimenti terrestri (Quaderni della Medusa N. 25), opera giovanile altamente lirica, la sua anima si piega a tutti i richiami dei sensi, guidata da una inestinguibile sete. ln questo La scuola delle mogli, scritto nel 1921, Gide affronta invece il problema dell’educazione femminile. E la storia di tre anime inquiete, Evelina, Roberto e Genoveffa, madre, padre e figlia, che, sotto la forma diaristica tanto cara all’autore, confessano le loro illusioni, le loro aspirazioni, i contrasti e le delusioni. Sullo sfondo il tormento di opposte tendenze: la morale tradizionale e il desiderio di emancipazione e di libertà della donna. Anche questo libro manifesta la grande preoccupazione gidiana: l’abitudine all’introspezione e all’esame di coscienza. Di qui i tentennamenti fra poli estremi del contrasto: bene e male, carne e spirito. Nell’angosciosa alternativa della scelta (Evelina da una parte, Roberto dall’altra e Genoveffa sintesi del loro contrasto silenzioso) sta la grande preoccupazione di Gide, il quale, anima squisitamente moderna, ha saputo puntualizzare attraverso una narrazione di rara bellezza, uno dei problemi più allarmanti dell’epoca.