cm. 22,5 x 14, pp. 414, brossura, in ottime condizioni.
Le rivoluzioni del 1848-49 in Italia – dalle Cinque Giornate di Milano all’insurrezione di Venezia, ai moti dell’Italia centrale. alle giornate gloriose della Repubblica Romana – non si inquadrano semplicemente nella cornice tradizionale e riduttiva delle lotte per l’indipendenza e l’unità nazionale, ma si rivelano anche ricche di una grande varietà di componenti ai vari livelli delle strutture politiche, economiche, sociali. Nel panorama di queste rivoluzioni ha una posizione di spicco Venezia, col suo passato glorioso e le sue vocazioni mercantili, col tradizionale repubblicanesimo e l’isolamento dalla terraferma e con la sua peculiare composizione sociale in cui ai grandi commercianti, proprietari di fortune enormi. si contrappone un popolo minuto di artigiani, barcaioli, piccoli negozianti, domestici, persone dedite alle attività stagionali del turismo, poveri. Da un esame approfondito della complessa situazione economico-sociale di Venezia e delle campagne venete e di quella. non meno complessa, delle divisioni politiche fra gli uomini del ’48, i problemi delle rivoluzioni del 1848-49 acquistano nuova vita e attualità: la situazione ci appare non più cristallizzata e come preordinata finalisticamente, ma in tutta la sua fluidità e i suoi bagliori, con tutte le possibilità ancora aperte. Ne minore interesse ha il modo in cui questa situazione si riflette e rifrange nella figura più significativa della Rivoluzione veneziana: Daniele Manin. Se a Manin spetta il merito principale della straordinaria presa del potere a Venezia il 22 marzo, su di lui ricade anche gran parte della responsabilità per l’insuccesso della strategia politica e militare della nuova Repubblica veneziana durante i primi cruciali mesi della Rivoluzione. Questo insuccesso, sostiene Ginsborg, ebbe una parte importante nella sconfitta dell’ala democratica della borghesia durante il Risorgimento, in quello che fu forse l’unico momento in cui la situazione internazionale era a suo favore. A. J. P. Taylor ha scritto che il 1848 fu la grande svolta storica che non riuscì a realizzarsi: l’analisi di questo fallimento a Venezia e nel Veneto è il compito che il giovane storico inglese Paul Ginsborg si è posto con quest’opera, che ben si inserisce nella insigne tradizione storiografica anglosassone sul Risorgimento e che si avvale di un lavoro assiduo e minuzioso di ricerca negli archivi, che le dà continuamente il sapore della scoperta e dell’inedito.