Caratteristiche e condizioni:
2 voll., cm. 20 x 12,5, pp. 400 + 474, brossura, sottolineature a matita, in buone condizioni.
Contenuto:
Forse a Pasquali non sarebbe dispiaciuto che della ristampa delle “Pagine stravaganti” prendesse cura non un filologo ma uno studioso di storia: che ha difatti accettato non solo per pietas d’amico più giovine, ma per ossequio verso un eminente compagno di studi in partibus Clius. A Pasquali non so pensare che come ad uno storico – il quale ovviamente è stato anche un grande filologo, ma non questo soltanto; e quando di lui dotto mi disegno quest’immagine, mi rammento delle parole con cui John B. Bury, nella prefazione alla sua “History of Greece”, nel 1900, segnò il suo debito verso il filologo Wilamowitz, che “pur non avendo scritto una formale Storia della Grecia, allo studio di questa aveva dato innumeri preziosi contributi”. È certo difficile figurarsi un filologo che non si ponga problemi d’ordine storico: ma in Pasquali la problematica propriamente storica è divenuta presto più ricca ed insistente di quella puramente filologica… “Stravaganti” rispetto alla filologia in senso stretto sono state del resto le più belle pagine scritte da Pasquali; e nel volume ch’egli intitolò “Pagine meno stravaganti”, perché vi aveva raccolto scritti “meno remoti da quelli che sono i miei studi professionali”, i saggi sono in massima parte veri e propri saggi storici.
Chi ha avuto consuetudine, anche breve, con Pasquali rivede in questo libro lui vivo, studioso uomo maestro, nei molti aspetti in cui si manifestava, indulgente o severa, immediata o meditata, la sua inquieta umanità, che esprimeva e otteneva simpatia. Mi è difficile parlar di Pasquali autore delle “Pagine stravaganti” col distacco di un critico; difficile resistere alla sollecitazione, che viene dal suo scrivere come già dal suo parlare, a mutar il discorso in dialogo.