cm. 21 x 15, pp. 232, brossura, in buone condizioni.
Che cosa rende caratteristico e inconfondibile, tra le altre attività conoscitive umane, il filosofare? Qual è la fisionomia del filosofo, quale la natura o essenza della filosofia? E quale valore possono avere le tesi dei filosofi, dato che esse non sono mai suscettibili di verifica empirica, e nemmeno possiedono il rigore delle matematiche? La filosofia si risolve soltanto nella molteplicità delle visioni del mondo» elaborate dalle grandi personalità che ne alimentano la storia, e ogni filosofia va considerata un romanzo di pensiero, una sorta di autobiografia spirituale espressa in sentenze, o ciò si deve dire soltanto dell’aspetto deteriore e più caduco di essa? È possibile controllare rigorosamente (nell’ideale, già indicato da Husserl, della «filosofia come scienza rigorosa») teorie, che pure sono speri mentalmente inverificabili?
Questi, e molti altri ancora, sono gli interrogativi affrontati in questa Introduzione alla filosofia» che, dopo aver esaminato le questioni relative all’essenza e al valore della filo sofia, e al significato della storia della filosofia, si conclude con due ampie analisi critiche della filosofia marxiana e di alcune significative testimonianze dell’ateismo contemporaneo.
L’autore conduce le sue analisi, critiche e ricostruttive, nella ispirazione del metodo della gnoseologia zamboniana. La discussione con le posizioni prese in esame è serrata, ma lo spirito che circola in tutto il libro è di piena apertura dialogica. Ne fa esplicita professione lo stesso autore: «Gli uomini sono ben prima e ben più che teisti o atei, che marxisti o antimarxisti, ecc., semplicemente umani, e ciò che davvero importa, non soltanto sotto il riguardo teoretico, quando si è di fronte a chi si trovi su una sponda diversa dalla nostra, è di capire, quanto più e quanto meglio sia possibile, perché vi si trovi, quali ragioni e quali motivi ne abbia, e quali aspirazioni, quali esigenze, quali ideali egli, se pur diverso da noi, nutra in comune con noi».