cm. 22,5 x 14, pp. 268, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Eberhard Starusch, il protagonista, insegna in un liceo di Berlino-ovest, e vive tutte le contraddizioni della società tedesca alla metà degli anni sessanta; l’esperienza lo ha fatto diventare quello che non vorrebbe essere: un moderato e un filisteo. Sulla poltrona del dentista che deve rimediare ai guai del tartaro e della natura – Starusch è affetto da prognatismo – di fronte a un video destinato a distogliere l’attenzione del paziente dal dolore, egli ha modo di evocare le passate sconfitte, di temere quelle future e di dar voce alle preoccupazioni del presente. Narrato come i precedenti romanzi, in prima persona, “Anestesia locale” da essi tuttavia si distingue per l’assenza di una trama precisa. Si comprende che il protagonista propone la sua storia circa due anni dopo gli avvenimenti, che egli fa riferimento a un prima e a un dopo, ma non si precisano né l’occasione né le circostanze del suo narrare e il punto focale resta in ogni momento l’Io del protagonista. Si sviluppa così una narrazione che si ispira al linguaggio televisivo e cinematografico e nella quale si possono individuare quattro livelli: la situazione reale nello studio dentistico, i colloqui fittizi con il medico, gli avvenimenti proposti dall’apparecchio televisivo e infine quelli immaginari che Starusch rende visibili sullo schermo.