cm. 15,5 x 20, pp. 450, copertina rigida, in ottime condizioni.
In un passato anche recente, la gente andava per fiori nei prati e nei boschi attratta più dalla loro utilità che dalla loro bellezza. Dalle piante, infatti, si ricavavano quasi tutte le medicine e bisognava, quindi, saperle riconoscere bene; anzi, si riteneva, addirittura, che l’efficacia di molte di queste piante fosse legata al momento, al luogo e persino al modo in cui venivano raccolte. Inoltre, le foglie e le radici dei fiori spontanei erano fonte di nutrimento; i petali e i frutti venivano schiacciati per ottenere tinture e cosmetici; e, sulla base di antiche superstizioni, a molte piante venivano attribuiti poteri magici, come se fossero dei veri e propri potenti talismani.
Anche oggi i fiori conservano tutta la loro magia, ma adesso sono essi ad avere bisogno di protezione. La visione primaverile di un bosco punteggiato di primule o l’improvvisa scoperta di una macchia di viole in un prato o lungo una siepe sono certamente altrettanti toccasana per lo spirito dell’uomo e gli restituiscono per un attimo la capacità di guardare la natura con occhi incantati. Ma le moderne tecnologie agricole hanno reso molti fiori selvatici assai più rari di quanto non fossero una volta, tanto che, in primavera, i bambini non possono più correre nei prati e tornare con le mani piene di fiori. Se l’uomo vuole continuare a godere della presenza dei fiori, deve salvaguardarli; e per far ciò è necessario che li conosca per nome e che capisca le loro necessità di vita.
In Italia esistono circa 6.000 specie di piante spontanee con fiori. In questo libro ne sono illustrate più di 550, tutte quelle più comuni e una selezione di quelle rare. Tecnicamente parlando, non tutte le piante qui considerate sono erbe; infatti, alcune di queste possono essere definite arbusti, in quanto hanno fusti legnosi: tra esse, per esempio, troviamo i mirtilli, le more, i lamponi e le rose. Il libro comprende anche alcune specie di “erbe”, i cui fiori sono adatti a essere impollinati dal vento e che quindi non hanno gli appariscenti petali dei fiori impollinati da insetti.
Le piante che non danno fiori, quali felci, equiseti, epatiche e muschi, non sono invece prese in considerazione.