Caratteristiche e condizioni:
cm. 18,5 x 11, pp. 258, brossura, in condizioni molto buone.
Contenuto:
«Se qualcuno tra di voi si stima sapiente secondo il secolo, diventi stolto per divenire sapiente» «Noi stolti per Cristo: con i connotati della stoltezza e della follia san Paolo caratterizza la sfida della morale evangelica all’ideale del mondo classico. Ma più tardi, quando l’ecumene del mondo tardo antico riconobbe nel Cristianesimo il suo comune codice culturale, alle convenzioni di una religione istituzionalizzata rispose la contestazione dell’ascetismo dei cosiddetti saloi, i santi folli di Bisanzio. Si trattava di cristiani esemplari anche di anacoreti che, nel tentativo di distruggere il proprio orgoglio spirituale e la considerazione di santi loro accordata, fingevano ingordigia e lascivia, si accompagnavano a mimi e prostitute, vivendo una vita di santità nascosta e di simulazione ostentata per la gloria di un Dio che, narrano i testi, loro si palesava in visioni celestiali e a sua volta li glorificava con ogni virtù di sapienza. Estranea all’Occidente medievale, la santa follia fu fenomeno specialmente vivace nella tradizione ortodossa: tracce degli asceti silvani di Leskov, per tacere del principe Miškin nell’Idiota, possono già trovarsi nei testi agiografici ispirati dalla «santa follia» in età bizantina, di cui si forniscono qui i due esempi più illustri: la Vita di Simeone Salos, scritta nel VII secolo dall’ecclesiastico cipriota Leonzio di Neapoli, e la Vita di Andrea Salos, opera di Niceforo prete di Santa Sofia a Costantinopoli nel X secolo. L’introduzione di Lennart Rydén analizza caratteristiche, somiglianze e differenze tra le due opere, con particolare attenzione al loro elemento più propriamente letterario, restituito dalle traduzioni italiane dei testi ad opera di Paolo Cesaretti, curatore di questo volume unico nel suo genere a livello internazionale.