Caratteristiche e condizioni:
cm. 19,5 x 11,5, pp. 272, copertina rigida con sovraccoperta, macchioline al dorso, lievi segni del tempo, in buone condizioni.
Contenuto:
“Ormai è chiaro che a me interessa la sorte di un certo tipo di cristiano, nell’ingranaggio del mondo, e non saprei scrivere d’altro.” Così afferma Silone nel saggio che precede il dramma dedicato all’emblematica figura dell’eremita fra Pietro Angelerio del Morrone, incoronato pontefice nel 1294 col nome di Celestino V, poi clamorosamente dimessosi perché convinto dell’impossibilità di conciliare lo spirito dei Vangeli con i doveri del trono. L’ambiente ancora saturo di fermenti francescani, in cui Pietro Angelerio poté suscitare la sua reviviscenza spirituale, era l’Abruzzo. Nella sua vasta opera da Fontamara a Il seme sotto la neve Silone ha narrato come, anche nelle condizioni più ostili, sopravviva quel modo estremo d’intendere il messaggio di Cristo e costituisca, specialmente nei ceti più umili, una permanente riserva delle speranze rivoluzionarie; per cui, nonostante le eclissi e le mistificazioni ideologiche, non è difficile riconoscere l’esistenza di una storia del cristianesimo popolare, indipendente da quella delle gerarchie. Dramma di provocazione, dunque, questa Avventura d’un povero cristiano, che cela, in una filigrana assai trasparente, alcuni dei motivi religiosi più profondi riemersi nell’ultimo Concilio, e ricorda in primo luogo che “Dio ha creato le anime, non le istituzioni”, e quando queste opprimono o tradiscono, ogni uomo onesto è impegnato a fare spazio alla verità.