Caratteristiche e condizioni:
cm. 24 x 17, pp. 296, brossura, parziale ingiallimento del piatto posteriore, in condizioni molto buone.
Contenuto:
La chiusura dei manicomi e la nuova legge hanno riproposto il problema della malattia mentale in rapporto alla pericolosità sociale, al carcere, all’incapacità, alla non-imputabilità, al proscioglimento, al manicomio criminale. Il libro affronta tutti questi temi, punti nodali del percorso di trasformazione istituzionale, attraversando soprattutto il lavoro pratico, le quotidianità, spostando l’attenzione sui progetti e sul particolare rapporto tra questi e le istituzioni.
Vengono pubblicate 15 perizie psichiatriche nella prima parte e materiali di riflessione nella seconda parte. Nelle perizie “… il rigetto totale di ciò che è per solito la pratica connaturata alle istituzioni peritali…” è quanto emerge a volte in maniera elementare, a volte con modi raffinati, sempre comunque legato ad una volontà di concreta trasformazione del ‘dato’, delle situazioni, degli ambiti sociali, delle istituzioni.
Il linguaggio usato nelle perizie, volutamente scevro di termini tecnici o specialistici, ma ricco di elementi descrittivi dei rapporti e degli usi della vita quotidiana, rende la lettura del testo interessante non solo per gli esperti del settore ma anche per chi ne è interessato o ne è attraversato.
Le storie che le perizie raccontano e le riflessioni teoriche pongono, pensiamo con forza, la questione non più eludibile del soggetto malato come identità agente in un nuovo quadro legislativo, culturale e di significato; in un nuovo statuto di diritto. Infine, il libro è anche un tentativo di rappresentare un’esperienza, quella triestina, dal versante di solito inteso come il più duro e il più oscuro della pratica psichiatrica.