cm. 24 x 17, pp. 260, in ottime condizioni.
Dopo l’Unità d’Italia venne diffuso in tutta la penisola l’annullo sardo-italiano, solitamente a doppio cerchio, seguito dal piccolo e dal grande cerchio. In quel periodo la preoccupazione principale di tutte le amministrazioni postali era quella di realizzare annullamenti che potessero impedire con sicurezza il fraudolento riutilizzo del francobollo, e la soluzione che venne trovata in Gran Bretagna, e poi adottata anche in altri Stati, fu la doppia bollatura, nominale e numerale. In un’epoca in cui le amministrazioni erano molto attente alle realizzazioni delle consorelle in tutti i campi della posta, che venivano studiate ed adottate, l’Italia guardava con particolare attenzione a quanto avveniva soprattutto in Gran Bretagna, Francia e Belgio, ed in poco tempo adottò anch’essa il sistema di bollatura doppia: gli annulli numerali a punti, seguiti poi da quelli a sbarre, furono introdotti nel 1866. Si trattava però di un sistema macchinoso che imponeva l’uso contemporaneo di due timbri, e in Gran Bretagna la necessità di qualcosa di più pratico ma altrettanto sicuro cominciò a sentirsi già nel 1878. Qualche esperimento si ebbe a Londra, con bolli differenti da quelli poi adottati; nel settembre 1879 iniziò a Leeds la sperimentazione di un nuovo bollo (la prima data conosciuta è il 4 ottobre) che prosegui a Liverpool in novembre. L’uso generalizzato si ebbe dal 1880. Si trattava di un bollo a cerchio semplice, contornato da lineette curve in modo da formare quasi un quadrato: il nome inglese con cui questo bollo è universalmente noto è “squared circle”, cioè “cerchio squadrato”.