cm. 30 x 25, pp. 254, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Durante i primi cinquant’anni di questo secolo due guerre “mondiali” hanno coinvolto le nazioni della Terra, causando milioni di morti, fame, disperazione. L’origine di quei conflitti si può, senza timore di sbagliare, far risalire a quell’area che a tutt’oggi si chiama “Mitteleuropa”. Questa parola tedesca indica una zona geografica del nostro pianeta che un tempo corrispondeva al territorio di un grande impero: quello governato da una sola, antica famiglia, gli “Asburgo” e chiamato, dalla seconda metà dell’Ottocento in poi “Impero Austro-Ungarico”. A quell’impero appartenevano tredici popoli. Ogni giorno, in tredici lingue si cantava l’inno composto nel Settecento da un grande musicista austriaco, Hayden, ogni giorno per mezzo di quell’inno si glorificava la famiglia imperiale, chiedendo a Dio di proteggerla. Politica, religione, concezione dello stato erano compresi e riassunti in quell’inno, che ogni cittadino dell’impero doveva imparare da bambino, e ascoltare e cantare sull’attenti nel corso dell’intera esistenza. Da più di ottant’anni quell’impero, con tutti i suoi sfarzosi orpelli, è scomparso, apparentemente senza lasciare tracce. Ma le tracce ci sono, basta cercarle.