cm. 21,5 x 14, pp. 1196, copertina rigida, in ottime condizioni.
Le rappresentazioni tragiche nell’antica Atene si svolgevano durante le feste dedicate a Dioniso. Le più importanti erano le Grandi Dionisie, inaugurate o riorganizzate da Pisistrato nel 535 a.C. con l’introduzione dei concorsi tragici. Anche le Lenee, originariamente associate alla commedia, e le Dionisie rurali presentavano drammi. Lo stato, rappresentato dall’arconte, supervisionava queste rappresentazioni e designava i cittadini più abbienti per l’allestimento del coro, conosciuto come coregia, una sorta di liturgia o contributo pubblico.
I poeti ammessi al concorso presentavano una tetralogia, composta da tre tragedie e un dramma satiresco. Inizialmente, il poeta era autore, attore, maestro del coro e regista, ma poi emersero attori professionisti. Dopo la rappresentazione, una giuria di dieci cittadini decideva la graduatoria dei poeti. Il vincitore riceveva una corona di edera. Aristotele attingeva a queste rappresentazioni per la sua opera “Didascalie”, che si concentrava sulla cronologia e i dettagli dei drammi.
Il “teatro” nell’antica Grecia era il luogo dedicato alle rappresentazioni drammatiche, termine che iniziò a significare sia lo spazio fisico sia il concetto di rappresentazione stessa.