cm. 29 x 20,5, pp. 662, copertina rigida con astuccio in cartoncino muto con pecetta al dorso, pari al nuovo.
Prodotta dalla più prestigiosa istituzione lessicografica italiana, questa Grammatica è stata ideata e realizzata come un innovativo dizionario grammaticale. A differenza di una grammatica tradizionalmente intesa, infatti, è organizzata alfabeticamente per voci: pensata, dunque, per un tipo di fruizione occasionale e mirato, molto simile a quello di un dizionario. Uno strumento di consultazione rivolto innanzi tutto agli studenti delle scuole medie e superiori, ma anche agli stranieri che stanno imparando l’italiano e a tutti coloro – sempre di più, per fortuna – che nutrono una sana curiosità verso i fatti di lingua.
La gran parte delle voci intende rispondere direttamente alla domanda «come si dice (o si scrive)?» e lo fa cercando di dare indicazioni chiare sull’uso linguistico migliore e sulle scelte da prendere di volta in volta. Lo sforzo è stato quello di mantenere un atteggiamento equilibrato, ma non neutrale. Pur nella consapevolezza della zona grigia che spesso si trova fra la norma e l’errore e sempre nel rispetto della varietà dei registri, un’opera del genere richiede – infatti – risposte il più possibile nette.
Risposte, ovviamente, motivate: non ci si può limitare a segnalare la soluzione o le soluzioni considerate preferibili; bisogna cercare di spiegare ogni volta il perché di quelle scelte. Ci si troverà, quindi, a far riferimento all’etimologia o al contrario all’analogia, ai principi di economia e di distinzione, alle diverse funzioni e varietà della lingua. In alcuni casi, a considerazioni semplicemente quantitative, basandosi sulla maggiore frequenza di una variante nell’uso contemporaneo (applaudo o applaudisco?; pomodori o pomidoro?), anche se non mancano voci nelle quali la soluzione consigliata è in controtendenza rispetto all’uso maggioritario (collutorio o colluttorio?) o comunque si segnala la maggiore correttezza di varianti oggi minoritarie (reboante o roboante?).