Caratteristiche e condizioni:
12 voll., cm. 22 x 15, copertina rigida, in ottime condizioni.
Contenuto:
L’ambizione non è quella di svolgere delle teorie nuove e originali, ma quella di fornire al grande pubblico, che ne ha tanto bisogno, uno strumento d’informazione facile, chiaro e possibilmente piacevole. Se riusciremo a appassionare qualche migliaio d’italiani alla storia d’Italia, avremo reso un immenso servigio a quella cultura media che la cultura ufficiale e universitaria ha colpevolmente trascurato e disprezzato. Il lettore ci dirà se abbiamo colpito il bersaglio.
Così, nell’ottobre del 1965, scriveva Indro Montanelli nella “Avvertenza” a L’Italia dei secoli bui, che compone la prima parte di questo volume, seguita da L’Italia dei Comuni. Era una scommessa non facile, ma questa scommessa Montanelli l’ha vinta largamente. La sua Storia d’Italia è stata letta, commentata e discussa da milioni di italiani, perché quest’opera più di ogni altra ha saputo avvicinare e fare appassionare alla storia i lettori non specialisti. Una storia intesa, però, non come dottrina astratta, ma come strumento concreto per capire l’Italia e il carattere (e i vizi) degli italiani. Il segreto di Montanelli (e di Roberto Gervaso e Mario Cervi, i due scrittori che hanno in tempi diversi collaborato con lui) è semplice: farsi capire da tutti, trattare gli avvenimenti del passato come se fossero contemporanei, tracciare ritratti vivi e indimenticabili dei protagonisti delle varie vicende, giungere – come solo un grande giornalista sa fare – al cuore dei fatti, enuclearne il nocciolo e spiegarlo senza tanti giri di parole.
Un’opera che è ormai divenuta un classico della nostra storiografia e che è oggetto di studio e di dibattito anche in ambiente accademico. Da Costantino il Grande – e all’affermarsi del cristianesimo come religione ufficiale di Roma – alla morte di Federico II, l’imperatore tedesco che sognava un’Italia colta e laica e affrancata dal potere temporale del papato. Quasi ottocento anni di storia durante i quali assistiamo al crollo dell’impero romano d’Occidente, alle invasioni barbariche, alla svolta dell’anno 1000 quando, come dice Rodolfo il Glabro, «si videro rinnovare per tutta la terra, ma specialmente in Gallia e in Italia, le basiliche e le chiese», alle crociate, allo scontro tra papato e impero, e alla lotta dei liberi comuni per la propria indipendenza. Le repubbliche marinare, il monachesimo, le eresie, la nascita della lingua italiana; personaggi come San Benedetto, Odoacre, Matilde di Canossa, Enrico IV, Federico Barbarossa, Francesco d’Assisi, Tommaso d’Aquino, Arnaldo da Brescia… Anni duri e difficili in cui si andò formando il carattere distintivo degli italiani – fatto di un ostinato individualismo prossimo all’anarchia che ci porterà sempre a privilegiare il campanile a scapito dell’idea o della realtà di uno Stato nazionale e unitario – parò il miracolo del Rinascimento.