cm. 19,5 x 12,5, pp. 390, brossura, data a penna, in buone condizioni.
Questa raccolta di saggi di Pietro Ingrao, pur affrontando temi distanti come l’inizio della repubblica antifascista, è fortemente orientata al contesto attuale. Il caso italiano, che attira l’interesse e la curiosità di numerosi osservatori, anche stranieri, viene esaminato non come un’«anomalia» o un «ritardo» rispetto ai regimi politici e sociali occidentali, ma come un terreno di sviluppo di problemi di portata generale legati alla crescita di una democrazia di massa in una società industriale moderna.
La rottura con il passato, portata avanti dalla Resistenza, ha modificato gli equilibri sociali, determinando nuove istituzioni nella società civile e nello Stato. In questa complessa evoluzione dell’organizzazione e della consapevolezza delle grandi masse, come analizzato negli scritti contenuti nella prima parte del volume, l’autore identifica il fattore decisivo che ha messo in crisi il «modello» economico e il regime di monopolio democristiano predominante alla fine degli anni quaranta.
Nella seconda parte del volume, attraverso una serie di saggi, viene posta l’insistente domanda sul significato e sull’ampiezza delle lotte sociali degli anni sessanta, nonché sulle vie attraverso le quali la nuova democrazia popolare, indicata nella Costituzione, può realizzare una transizione verso un nuovo assetto sociale.
Tali interrogativi rimandano all’intreccio sempre più stretto tra economia e Stato: partiti politici, sindacati e apparati pubblici vengono esaminati come aspetti di un processo produttivo sempre più socializzato. Pertanto, la riforma dello Stato viene considerata un punto cruciale per una nuova economia, in cui la sua «produttività» viene arricchita da un’assunzione del potere politico da parte delle grandi masse popolari.