cm. 24 x 17, pp. 298, brossura, in ottime condizioni.
«CHI E DAVIDE, CHI È GOLIA». In piena seconda intifada, Shlomo Ben-Ami, ministro degli Esteri israeliano uscente, si infligge questa domanda retorica per constatare asciutto: «Israele non è la parte più forte». Sentimento condiviso dal 69% dei suoi concittadini, che teme per il futuro del proprio paese. A quasi otto anni dagli accordi di Oslo e dall’avvio del processo di pace, la superpotenza regionale si rivela più incerta, divisa e vulnerabile di quanto i suoi nemici potessero sperare. Ciò che rende meno inconcepibile una guerra arabo-israeliana, evitata negli ultimi ventott’anni perché era fin troppo chiaro chi fosse Davide e chi Golia. E a nessuno piace perdere in partenza, nemmeno ai kamikaze antisionisti.