Caratteristiche e condizioni:
cm. 20 x 13,5, pp. 124, lievi tracce d’uso ai margini dei piatti, in condizioni complessive molto buone.
Contenuto:
“Ivan Cankar, il massimo scrittore sloveno, è morto a Lubiana nel 1918, a soli 42 anni. Era nato a Verhnika, da poverissimi genitori.
La sua vita è stata il calvario di un grande scrittore, che volle essere sempre se stesso, senza mai piegarsi al dio denaro, né ai gusti dei lettori; la qual cosa, se bene la consideriamo, è la duplice faccia di una stessa creatura che spesso, troppo spesso, tarpa le ali a tante giovani promesse. Giunto al bivio del benessere materiale, che gli chiedeva il sacrificio della sua indipendente personalità, e dell’aspra cotidiana lotta contro gli spiriti ligi alla tradizione e schivi da ogni fatica intellettuale che volesse significare vita vera, non esitò: scelse la seconda via, piena di spine, ma gloriosa; come tutti gli uomini veramente grandi. Perciò nacque, visse e morì sempre povero, benché abbia arricchito il suo popolo e l’umanità della sua preziosa produzione spirituale. Il suo primo libro, «Erotica», l’unico suo volume di versi, appena uscito, venne messo all’Indice dal vescovo di Lubiana, monsignor Jeglic-Bonaventura. Per questa sua opera, Cankar ricevette 80 fiorini, che gli servirono per le spese del funerale di sua madre. Pochi uomini, di certo, amarono così svisceratamente la loro madre, come Cankar amò la propria; e questo amore è paragonabile soltanto a quello che egli nutriva per tutti i poveri, i vagabondi, i diseredati. Di questo suo amore per gli oppressi e i reietti fanno fede i numerosi suoi scritti, che sono come lo specchio meraviglioso in cui lo scrittore ci mostra la faccia stravolta della società odierna, che egli disprezza e odia. Ma non è opera solo demolitrice la sua: in mezzo ai colpi che egli mena alla società, c’è la speranza e la fede; nonostante che tutte le sue opere ci facciano assistere al trionfo del malvagio e alla sconfitta del buono e del giusto.
“Il servo Bortolo e il suo diritto” è uno dei più caratteristici e originali racconti di Cankar. Esso appartiene ai suoi scritti sociali, che riguardano problemi ed aspirazioni comuni a tutti gli uomini. È perciò che l’abbiamo scelto come prima opera di Cankar da presentare ai lettori italiani.
L’originale sloveno è scritto in uno stile conciso e semplice; in quello stile per cui lo scrittore viene ammirato e celebrato anche da coloro che non approvano le sue tendenze sociali e letterarie ed i suoi strali satirici. Tutti gli eroi di Cankar sentono, pensano, parlano, vivono, come nella realtà, gli uomini ai quali essi corrispondono.
Abbiamo cercato di conservare anche nella traduzione italiana i pregi stilistici di Cankar; e speriamo di esservi riusciti, nei limiti del possibile, poiché la traduzione delle opere del massimo rappresentante del naturalismo letterario sloveno, è compito notevolmente arduo.
Ivan Cankar, alla cui memoria dedichiamo questa prima traduzione della sua ricca e bella produzione, merita di essere letto e studiato. Il patrimonio che egli ha lasciato alla letteratura slovena, non deve rimanere nascosto agli italiani: e non devono rimanere nascoste agli infelici ed agli sventurati le opere del loro grande poeta, del loro grande scrittore.”
I TRADUTTORI