cm. 19 x 12, pp. 182, copertina rigida con sovraccoperta, in condizioni molto buone.
Secondo le affermazioni, anche recenti, di recenti, di molti storici, Hitler non ebbe mai una propria concezione del mondo, una sua Wellanschauung. Anche quando pubblicò Mein Kampf, una precisa professione delle sue convinzioni e del suo pensiero, l’attenzione generale venne concentrata solo su detti memorabili ovvero slogan e incitamenti politici. Sembrava, infatti, che questo libro tanto citato ma di impervia lettura, avesse una funzione ben limitata e non varcasse mai i confini della propaganda. Soltanto dopo la guerra, ad un più acuto sguardo storicamente retrospettivo, si cominciarono a rintracciare piani precisi di politica estera, perfettamente delineati in Mein Kampf. Persisteva, tuttavia, la tesi dell’opportunismo nihilistico di Hitler e quindi l’opinione che l’unico suo obiettivo fosse sempre stato il potere in sé. Perfino il suo feroce antisemitismo, in questo contesto, continuava ad apparire solo strumento di quel potere. Il saggio di Eberhard Jäckel dimostra finalmente come invece Hitler possedesse, già dagli anni venti, l’idea precisa dei propri orizzonti politici, pateticamente da lui definiti come la propria Weltanschauung, che servi a edificare e a esercitare il suo dominio e costituiva un programma di violenza e di distruzione al di fuori delle leggi umane, ma innegabilmente concluso e unitario. Questa, si badi bene, non è un’interpreta- zione di Hitler da aggiungere alle molte precedenti; è un allargamento di visuale storica che l’autore ha ottenuto attraverso l’esame critico dei testi e dei discorsi hitleriani, giacenti ancora in parte inediti negli archivi. L’analisi di Jäckel viene impostata con una freddezza impressionante e consiste in una stesura perfettamente strutturale nella somma e agganciamento dei segni esaminati. Così l’autore perviene a un quadro completo e vivo non solo della concezione del mondo in Hitler ma anche dell’uomo e della sua opera. Ecco, dunque, una straordinaria scoperta storica che farà riflettere qualsiasi lettore, perché prova in modo definitivo le impostazioni, le basi, i modi, l’efficacia di quell’estrema banalità che armò sempre Hitler nelle sue aspirazioni, la stessa che riuscì e che tuttora riesce a trascinare tanta gente.