Caratteristiche e condizioni:
cm. 18 x 10,5, pp. 216, brossura, sottolineature e segni a matita, in buone condizioni.
Contenuto:
Con Starobinski, il ginevrino Jean Rousset è uno degli esponenti più originali e fecondi della «Nouvelle Critique», che considera la letteratura come strumento privilegiato per la conoscenza di sé e del mondo, e dimostra un particolare interesse per la forma, gli effetti dello stile, le relazioni tra letteratura e arti visive. In particolare, sulla scia del suo maestro Marcel Raymond, Rousset ha concentrato la sua attenzione sugli sviluppi paralleli di pittura, teatro, musica e letteratura del periodo barocco.
Apparso nel 1962, il volume che qui presentiamo non è stato ancora né sostituito né superato. L’originalità attuale di Rousset rispetto alla maggior parte dei critici contemporanei – osserva nella sua introduzione Franco Giacone – «consiste nel servirsi della poetica per analizzare e far parlare delle opere singole, secondo quello che è poi il significato originario della parola “critica”». Il metodo di Rousset si interessa in primo luogo «alle realtà formali dell’opera, alle istanze narrative» e consiste nel cogliere certe ricorrenze, nel mettere in relazione corrispondenze e solidarietà interne, nell’organizzare certe configurazioni caratteristiche (echi, richiami e sdoppiamenti) riscontrabili in ogni opera. Le sue applicazioni riguardano opere come Polyeucte di Corneille, La Princesse de Clèves, Les liaisons dangereuses, Madame Bovary, e autori come Marivaux, Proust e Claudel.