cm. 21,5 x 12,5, pp. 284, brossura, firma e data alla sguardia, in buone condizioni.
Nella primavera del 1906 C. G. Jung, da poco entrato nella cerchia dei seguaci di Freud, segnalò a quest’ultimo una strana novella di Wilhelm Jensen, pubblicata nel 1903. Era la storia di un giovane archeologo vittima di un delirio sviluppatosi sulla base della contemplazione di un bassorilievo antico, raffigurante una giovane donna dal passo singolare. La novella contiene alcuni sogni, e Freud fu indotto da Jung a esaminare questi sogni con la tecnica della psicoanalisi c a considerare il delirio stesso del protagonista alla stregua di una storia clinica reale. Il saggio di Freud, pubblicato nel 1907, ha inaugurato quella vasta produzione scientifica che va sotto il nome di “Psicoanalisi dell’arte” a cui hanno partecipato negli anni successivi numerosi psicoanalisti. Cesare Musatti ha tradotto per il pubblico italiano la bella e suggestiva novella di Jensen e lo studio di Freud. che è un gioiello di lavoro analitico. Nella introduzione premessa alle due traduzioni e nel commento che le segue, Musatti affronta il problema generale della “Psicoanalisi dell’arte”. di cui precisa con chiarezza ed equilibrio critico il significato e i limiti. Il libro è illustrato da Maria Enrica Agostinelli.