cm. 33 x 28, pp. 110, copertina rigida con sovraccoperta, firma di appartenenza, in ottime condizioni.
L’arte grafica è giunta ad occupare in questi ultimi anni un posto di primo piano nel panorama dell’arte figurativa moderna. La modesta invenzione di Senefelder si è sviluppata in una straordinaria ricchezza e finezza di nuove tecniche, che offrono alla sensibilità e alla fantasia dell’artista insospettate possibilità: litografia e acquaforte, acquatinta, silografia e serigrafia vedono accanto ai banchi di lavoro non solo l’artigiano, ma il pittore chino sulle lastre e le incisioni, a spiare il risalto dei piani, i giochi della grana, le sorprese dei crevés. La litografia non è più solo artigianato: la personalità dell’artista le ha impresso il crisma dell’arte, e quasi tutti i maggiori artisti del nostro tempo ne hanno subito il fascino e vi si sono dedicati. Tra questi, è da mettere in primo piano Joan Miró.
Nato nel 1893, a Montroig, vicino a Tarragona, egli trascorre la sua vita privata, riservato e schivo, fra Parigi, Barcellona, New York, mentre la sua produzione artistica si afferma sempre più clamorosamente nel mondo, e l’immediatezza, l’antiintellettualismo, lo humour delle sue opere ne fanno uno dei più vivaci e provocanti artisti moderni, al di sopra di qualsiasi scuola o tendenza.
Un interesse particolare acquista lo studio sull’opera grafica di Miró, non soltanto perché rispecchia lo sviluppo della sua personalità e spesso rivela la genesi e l’evolversi dei motivi formali che compaiono nelle opere maggiori; ma perché nell’esempio del singolo artista illumina un fenomeno generale che è tra i più interessanti dell’arte del nostro tempo: il ritorno dell’artista al laboratorio artigiano, in comunità di lavoro e di ricerche con l’operaio, a contatto diretto con il materiale che dell’operare artistico diviene fattore essenziale. Corrisponde al monito di Hans Arp: «Gli artisti dovrebbero lavorare in comunità, come gli artisti del Medioevo», e alle parole profetiche di Miró: «Rivivranno le botteghe del Medioevo… In America l’artigiano è stato ucciso. In Europa bisogna salvarlo.»