Caratteristiche e condizioni:
cm. 19 x 13, pp. 452, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Contenuto:
Tredici violenti mesi, John Dillinger e la sua gang si scatenarono seminando il terrore nel Middle West americano. Da quei giorni, nessun altro delinquente ha affascinato l’immaginazione di tutto il mondo come lui: Dillinger è ormai per sempre il simbolo del nemico pubblico numero uno. La sua personalità, tuttavia, per quanto fortissima e singolare, non sembra oggi prodotta solo da un individualismo ribelle e feroce, ma altresì dall’originale clima della depressione, quando persino le autorità erano costrette a comprare la pace e la tranquillità pubbliche pagando grossi pedaggi di protezione alla malavita. Oltre a Dillinger, vi erano altri criminali straordinari: Baby Face Nelson, Ma Barker, Machine Gun Kelly, Bonnie Barker, Clyde Barrow e Pretty Boy Floyd. Il massacro di Kansas City, i rapimenti di Hamm e di Bremer, evasioni folli dalle galere, selvagge battaglie decise a colpi di mitra, tutti questi elementi facevano parte di un’ondata di crimini mai eguagliata nella storia moderna in alcun paese al mondo. In questo libro lo scrittore John Toland racconta dall’interno la decisa e disperata guerra tra la legge e i fuorilegge che ebbe come campo di battaglia le città più piccole e più grandi dell’America (e fu allora che intervenne il FBI): è un racconto completo che si attendeva da tempo ma che non aveva ancora trovato il suo storico, narrato non attraverso i titoli dei giornali di quel tempo, ma intervistando con pazienza e con acuta psicologia i sopravvissuti e i testimoni. Molti, come Mary Kinder, legata nel passato a Dillinger, soltanto adesso, dopo essere rimasti per tanti anni con le labbra sigillate, si sono decisi a parlare…