cm. 19,5 x 12,5, pp. 234, brossura, leggere fioriture, in buone condizioni.
Le memorie di Edvard Kardelj hanno il merito di gettare nuova e più forte luce sulla situazione interna e sulla collocazione internazionale della Jugoslavia; esse arrivano al lettore mentre scorre la fase iniziale del dopo Tito e aggiungono ricco materiale di riflessione a quello già accumulato dalla recente storia di questo paese. Kardelj, dirigente politico e uomo di Stato, si serve di un linguaggio diretto e semplice ma il suo discorso nulla perde di rigore storico. L’autore è stato protagonista di prima linea di tutti gli avvenimenti centrali degli ultimi quaranta anni della storia iugoslava ed europea: dirigente politico e militare nella guerra partigiana, diplomatico alla Conferenza della pace e rappresentante del partito comunista e del nuovo Stato jugoslavo in tutte le capitali dell’Europa orientale ma soprattutto a Mosca, al centro dello scontro con l’Urss, con Stalin e con il Cominform. Teorico del sistema jugoslavo dell’autogestione e artefice con Tito della ripresa del rapporto con l’Urss dopo la morte di Stalin e l’avvento di Chruščev, Kardelj affresca in questo libro una galleria di situazioni e di personaggi che sono stati al centro degli ultimi decenni della vita politica mondiale. Memorabili incontri dànno luci e ombre al quadro: quelli con Stalin, Mao, Togliatti, Dimitrov, Molotov Churchill, De Gaulle. Edvard Kardelj è nato a Lubiana nel 1910 ed è morto nel 1979. Giovanissimo entrò nel partito comunista clandestino e dopo aver scontato due anni di prigione visse a lungo nell’Urss. Nel 1941 divenne uno degli organizzatori del fronte di liberazione in Slovenia, nel 1943 fu vicepresidente del Comitato nazionale di liberazione e nel 1945 vicepresidente nel primo governo del maresciallo Tito. È stato capo della delegazione jugoslava all’assemblea delle Nazioni unite e ministro degli esteri negli anni (1948-54) della rottura fra Jugoslavia e Unione Sovietica.