cm. 22 x 14,5, pp. 402, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
“Dopo la pubblicazione, avvenuta nel 1994, della raccolta di filastrocche dialettali… ma de Fiume, l’inesauribile Padre Katunarich è riuscito (ahinoi!) a riesumare dalle latebre dei suoi cassetti, ripostigli, raccoglitori, scaffali et similia un notevole numero di nuove poesiole, in parte sfuggite alla precedente edizione e in parte composte nel tempo intercorso. Poiché la prima opera è andata esaurita grazie all’interesse dimostrato dai lettori, il poter ora disporre di fresco materiale inedito ha incoraggiato la stampa di questo nuovo Volume che consta addirittura di più di 190 titoli. “…e a quel modo ditta dentro, ch’è vo significando”, diceva il Sommo e, alla stessa stregua, con la spontaneità che lo contraddistingue, P. K. ha composto queste rime di getto senza esitazioni opportunistiche o false remore. Ne è scaturita una raccolta, in non preordinata sequenza, di riflessioni, esaltazioni, reprimende, invettive a carattere sociale o politico o religioso, “alti lai’, rimpianti, il tutto però marcato da un unico sottofondo: il desiderio prepotente che non vadano perduti la memoria e i Valori culturali non solo della sua Fiume, ma anche quelli di tutta la regione giuliano-dalmata. Poiché P. K., nel suo intimo, teme che, con la scomparsa della sua generazione, questo patrimonio cada nel dimenticatoio, confida che anche questa sua nuova opera possa contribuire a lasciare una traccia per le future generazioni. Nella vita arriva, immancabilmente, un momento in cui nell’individuo si accende la curiosità di risalire alle proprie radici ed è siffatta constatazione che spinge P.K. a tale (sofferta) ricerca di divulgazione delle memorie avite. Proprio in questa chiave va letta, pertanto, l’opera di P.K., al quale, in nome e con l’affetto di un’inestinguibile fraterna amicizia, ma con il timore di un’imminente terza pubblicazione, scherzosamente chiedo: “Caro Padre Sergio, usque tandem abutere…?”.