Caratteristiche e condizioni.
cm. 17 x 11,5, astuccio contenente 108 pp. di saggio storico (36 in italiano, le rimanenti in sloveno ed in tedesco) e 5 metri di di disegno ripiegato a fisarmonica, come nuovo.
Contenuto:
La ferrovia del Carso è stata disegnata da Varoni e descritta da Weidmann nel lontano 1858. Un’opera monumentale per quegli anni, una lotta tra la tecnica e la natura caparbia e selvaggia tra Trieste e Lubiana. La ferrovia del Carso è lunga 142,3 Km, i lavori sono durati ben 13 anni e gli uomini impegnati sono stati oltre 18.000. Ponti, viadotti e terrapieni del 1857 reggono da quasi 150 anni.
“La costruzione della parte finale della Ferrovia Meridionale, destinata ad essere il collegamento tra Vienna e Trieste, principale porto dell’Impero austriaco, era, a metà dell’Ottocento, una grande sfida scientifica, tecnica ed economica. l 142 chilometri della Ferrovia del Carso, dalle paludi vicino a Lubiana fino al mare, richiesero 13 anni di lavoro e 18 mila uomini impegnati su un tracciato che comprendeva la realizzazione di dieci viadotti e otto gallerie. F.C. Weidmann, nel 1858, era riuscito a condensare in un breve testo la descrizione di questo tracciato dal punto di vista geologico, geografico, naturalistico e storico. Attento anche ai riflessi che questa costruzione poteva avere sui luoghi attraversati, ha offerto indicazioni sulle soste turistiche, ma anche sulle opere correlate alla infrastruttura ferroviaria, come la fornitura di acqua alle diverse stazioni e l’acquedotto di Aurisina che per molti anni rispose alle necessità idriche di Trieste. La Ferrovia del Carso è vista da Weidmann non solo come opera di grande rilievo tecnico a servizio del traffico delle merci, ma anche per il suo significato di valorizzazione del territorio attraversato. La funzione che ha avuto questo collegamento ferroviario nel secolo e mezzo trascorso è scritta nella storia di queste terre e nelle vicende che ne hanno segnato i momenti di grande sviluppo in ambito mitteleuropeo e di paralisi dovuti alle guerre ed alle loro conseguenze geopolitiche. Se un tempo collegava il grande porto-emporio di Trieste al Centro Europa, dopo la seconda guerra mondiale perse, nella sua parte conclusiva, il ruolo e le finalità che ne avevano determinato la realizzazione.”