cm. 35 x 26, pp. 166, copertina rigida con sovraccoperta, in ottime condizioni.
Queste pagine, che portano notizie di oltre 440 uomini nostri, vere illustrazioni di questa bella patria e l’unita appendice di nomi degni di ricordanza, vuoi per le cariche da essi coperte, vuoi per le distinzioni acquistatesi, io le scrissi a duplice scopo. E cioè primo: per far conoscere al mondo che questo estremo, dal governo poco accarezzato lembo del vasto Impero, era ed è ancora culla di uomini magnanimi, virtuosi e grandi. Che molto contribuirono ed ancora contribuiscono, tanto in guerra che in pace, al maggior lustro ed incremento della Patria e dello Stato. Fra i quali non pochi, con disinteressata fedeltà, tutto sacrificarono per il Trono.
Cerchi invan l’Impero Germanico, e nelle sue vestigia l’Austria, nelle sue predilette provincie, lembo si ristretto che formicoli di uomini in scienze ed armi, si illustre.
Ben tenue però si ebbe questa patria per tante virtù cittadine e militari. E se sotto i felici regni dei Ferdinandi, dei Carli e della indimenticabile Maria Teresa, uomini grandi più spesso che oggigiorno qui si incontrarono, non già che siano venute meno, nei Goriziani le virtù avite, ma allora i Cesari incoraggiavanli con il Loro affetto e, sebben Itali, amavanli al pari dei figli loro Teutonici e corrispondevan, da leali con affetto sincero, i Goriziani.
Scrissi in seconda linea queste pagine, onde i giovani nostri, rampolli di questi degni uomini, apprendino che titoli aviti onorano soltanto coloro che a quelli, i propri meriti accoppiano, e che l’uomo della gleba collo studio e col lavoro da se vale ad innalzarsi a livello dei grandi nati ed a superarli benanco. E veda in fine ognuno in queste pagine che, se momentaneamente coll’oro s’abbaglia, ciò non per tanto mai s’arriva, con questo solo mezzo, ad acquistare l’invidiato ed imperituro titolo di Uomo illustre e grande, quale titolo ha per base eterna la parola Virtù.
Gorizia 1879.