cm. 30 x 21, pp. 302, brossura, in ottime condizioni.
La ricerca storica sulle Ferrovie Elettriche Abruzzesi offre una preziosa ricostruzione documentale di un’importante infrastruttura di trasporto e rappresenta un’opportunità per esaminare il ruolo che essa ha avuto e avrebbe potuto continuare ad avere nello sviluppo economico e sociale della “nuova” Provincia di Pescara. Questa ferrovia ha svolto un ruolo unificante e identificativo, collegando territori con diverse vocazioni all’interno della nascente Provincia.
Comunemente noto come il “trenino” nella valle del Tavo, questo sistema di trasporto, con i suoi vagoni aperti senza scompartimenti, ha notevolmente contribuito alla socializzazione e alla positiva interazione tra gli abitanti dell’entroterra, ricco di storia e paesaggi, e la costa destinata a diventare una zona di grande importanza. Ha trasportato merci e persone, ma anche idee e sentimenti.
Nonostante abbia contribuito alla nascita del turismo balneare di massa e abbia sostenuto la ripresa economica dopo la guerra, la ferrovia non è riuscita a sopravvivere alla crescente competitività e è stata chiusa. A distanza di quarantacinque anni dalla sua chiusura, la storia della ferrovia Penne-Pescara offre un’opportunità di riflessione sulle conseguenze delle decisioni che influenzano la qualità della vita delle nostre comunità.
I tempi di percorrenza di allora tra i due capolinea della ferrovia sono simili a quelli attuali dei trasporti su gomma, e l’inquinamento nelle aree urbane non si è certo ridotto. L’aumento del cosiddetto “turismo ferroviario” (con circa due milioni di appassionati in Europa e in Italia) ha portato al recupero di linee dismesse e alla creazione di ferrovie turistiche che attraversano percorsi naturalistici collegati all’enogastronomia dei territori.