cofanetto rigido con 2 volumi cartonati, cm 25 x 34, pp. 539 (I vol) + tavv. 145 (II vol), in ottime condizioni.
Il volume raccoglie gli esiti di una ricerca impostata da Emanuele Casamassima alla chiusura della Mostra di codici umanistici di biblioteche friulane, tenuta a Firenze nel 1978. L’ipotesi di lavoro ha conosciuto momenti di pausa e ridefinizioni successive, tuttavia ha rispettato il programma iniziale nelle sue linee portanti: tracciare la storia della biblioteca allestita da Guarnerio d’Artegna e descrivere il fondo nella sua consistenza odierna, escludendo i codici antichi di proprietà della Chiesa di S. Michele, fra cui la famosa “Bibbia bizantina”.
I saggi introduttivi convergono variamente sulla figura di Guarnerio e sulla cornice culturale. Cesare Scalon percorre la vicenda biografica sulla base di documenti d’archivio e ricostruisce l’attività dello scriptorium: l’intricato avvicendarsi di copisti locali, di notai, di giovani studiosi cui Guarnerio affida la trascrizione di numerose opere umanistiche. Laura Casarsa mette in luce l’adesione (non piena, segnata da silenzi e distanze) a modelli che via via si impongono tra la prima e la seconda metà del secolo: un collezionismo non privo di organicità, che assorbe gli interessi più ampi di Giovanni da Spilimbergo e di Francesco Diana, che sa fondere spunti locali e suggestioni esterne, ma che resta incline ad un raffinato gusto antiquario. Determinanti risultano i contatti con umanisti veneti come Francesco Barbaro e Lodovico Foscarini, luogotenenti in Friuli negli anni 1448-1449 e 1461-1462. Convergenze esaltanti, ma estemporanee, che denunciano i limiti di una periferia sprovvista di agganci stabili con i centri innovatori. A saggiare nel vivo le modalità degli scambi (ma anche la diversa statura) interviene il contributo di Mario d’Angelo che pubblica dieci lettere di Lodovico Foscarini e la consolatoria di Guarnerio.
Il catalogo propone le schede dei codici da assegnare senza ombra ragionevole di dubbio alla collezione: conservati a San Daniele del Friuli secondo la volontà del fondatore, con qualche esemplare migrato nella Bibliothèque Nationale di Parigi e nella Bodleian Librar; di Oxford. L’identificazione si è basata sui due Inventari quattrocenteschi, editi in appendice, e sull’analisi delle mani ricorrenti dei copisti. I repertori delle filigrane dei codici cartacei e delle tavole illustrative sono parte integrante del lavoro e costituiscono, per l’ampia selezione del materiale iconografico, un corredo insostituibile. Le schede fanno sistematico riferimento a L’ornato rinascimentale nei codici guarneriani di Giordana Mariani Canova, un saggio fondamentale che non è stato possibile riprodurre in questa sede. Nonostante i criteri unitari indicati nella Norme di descrizione, la dilatazione nel tempo e la diversa sensibilità dei curatori hanno comportato qualche scarto, peraltro marginale, nell’omogeneità.